Il cambiamento climatico colpisce l’Italia in modo particolarmente grave.

L’aumento delle temperature provoca estati sempre più calde con ondate di calore frequenti e intense, e il sistema elettrico viene sempre più stressato dal consumo degli impianti di climatizzazione. Siccità e scarsità d’acqua riducono le riserve idriche in molte regioni con impatto pesante su produzione agricola e biodiversità. Eventi meteorologici estremi come alluvioni, nubifragi, esondazioni e frane diventano sempre più frequenti e devastanti.

L’Italia si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in linea con il Green Deal europeo. Da anni strategie e investimenti in Europa e Italia sono focalizzati sulla riduzione di emissioni attraverso investimenti in efficienza energetica, fonti rinnovabili e il supporto di meccanismi per gestire le emissioni di carbonio (ETS Emissions Trading System) con un’attenzione particolare verso i settori a maggior impatto.
Ormai sappiamo che la riduzione della concentrazione in atmosfera di carbonio e in generale dei gas a effetto serra è l’unica strada disponibile.

Rimozione / sequestro del carbonio

In Europa aumenta la consapevolezza del fatto che la sola riduzione graduale delle emissioni non sarà sufficiente, e occorrerà investire anche sulla rimozione del carbonio già presente in atmosfera, adottando metodi efficienti che ne permettano assorbimento, cattura e stoccaggio.

Ad oggi, il Biochar (biocarbone) è tra i metodi più efficaci per sequestrare il carbonio. Il Biochar è ottenuto attraverso la pirolisi, un processo con cui un materiale organico viene riscaldato ad alte temperature in assenza di ossigeno. Si può produrre biochar da tanti tipi di materiali e rifiuti organici: residui agricoli e forestali, rifiuti alimentari e verdi, letame, fanghi di depurazione.
Il materiale di partenza influisce sulle proprietà del biochar e sul tipo di applicazioni, ma la caratteristica costante del biochar è che cattura il carbonio in modo “permanente”, immagazzinandolo nel suolo o nei prodotti per cui viene usato (es. materiali di costruzione). La stessa IPCC parla di tempo di permanenza del carbonio nel biochar nell’ordine dei “secoli o millenni” (vedi report IPCC).
Questo è il motivo per cui il biochar è tra le tipologie di rimozione alle quali si riconosce di più come crediti di rimozione carbonio (circa 150 €/t), aspetto ancora più interessante se si pensa che piuttosto che spendere per trattare i nostri scarti in questo caso li si valorizza, rimuovendo subito e per sempre il carbonio che altrimenti disperderemmo come gas serra in atmosfera.

Confrontiamo il biochar con le due principali modalità di rimozione del carbonio ad oggi note:

  • La forestazione è stata vista finora come la soluzione principale per il carbon removal, ma purtroppo non è sufficiente: i territori disponibili o adatti ad ospitare alberi sono limitati, occorrono decenni prima di ottenere effetti significativi per il clima, e il rischio di incendi o malattie è elevato. Infatti, la non-permanenza a lungo termine dello stoccaggio di carbonio rende questo metodo non molto affidabile benché facile e poco costoso, ed è questa la ragione per cui i relativi crediti di carbon removal sono di valore molto inferiore rispetto al biochar.
  • Le tecnologie di cattura diretta delle emissioni sono promettenti per quanto riguarda la permanenza dello stoccaggio, ma non ancora mature, molto costose e ad alto consumo energetico.

 

Nel 2023, il 90% dei crediti di rimozione del carbonio erogati è stato basato sul biochar (vedi CDR.fyi 2023 Year in Review), e infatti il mercato globale della rimozione basato su questa tecnica è balzato dalle sole 1000 tCO2e del 2020 a 34.000 tCO2e nel 2022 e alle 65.000 tCO2e registrate nel 2023 (vedi MSCI Outlook for the Global Biochar Market).

Carbon Removal in Europa – cosa cambia?

Finora, il mercato del carbon removal è stato un mercato volontario, con agenzie private che ne certificano i crediti (ciascuna con propri metodi) e ne facilitano la vendita.
Ora però l’Europa sta urgentemente implementando regole per uniformare questo mercato e promuovere la rimozione permanente di carbonio dall’atmosfera. Si tratta di un cambiamento che è fondamentale per raggiungere la neutralità climatica nel 2050, considerati i ritardi previsti se si continuasse con le sole azioni di riduzione emissioni, e nonostante il sistema ETS già in essere.

L’industria europea del biochar (EBI) prevede un volume di produzione di biochar in grado di garantire la rimozione di 6 Milioni di tonnellate Carbonio entro il 2030 e 100 Milioni di tonnellate entro il 2040 (European Biochar, Market report, 2022-23).

I superpoteri del BioChar

La produzione di biochar è quindi destinata ad aumentare velocemente e il numero di impianti di pirolisi su scala industriale è in rapida crescita.

Allo stesso tempo, le applicazioni che fanno uso del biochar stanno aumentando e creano nuovi benefici e flussi di reddito, sia che si tratti di impieghi per migliorare il suolo, che di utilizzi come componenti di materiali e prodotti.

Biochar usato nel suolo:

  • Il Biochar migliora la fertilità del suolo. Già le popolazioni indigene dell’Amazzonia usavano biochar come fertilizzante, ed oggi viene usato per favorire crescita, resilienza, ritenzione idrica e come sostituto della torba (considerata ormai come risorsa non sostenibile). Ad esempio dal 2015 la città di Stoccolma usa biochar e ne ha dimostrato l’efficacia nel miglioramento del verde pubblico (vedi Bloomberg Solution Spotlight – Turning garden waste into a carbon sink in Stockholm).

Biochar usato in materiali e prodotti:

  • Il Biochar può sostituire materie prime e migliorare le performance (forza, durata) e la sostenibilità di materiali di costruzione come cemento e calcestruzzo, settori già sotto pressione allo scopo di ridurre il proprio carbon footprint.
  • Il Biochar può assorbire o rimuovere inquinanti dal suolo, dall’acqua e dal gas fornendo così soluzioni a settori che devono garantire requisiti ambientali sempre più restrittivi. Per esempio, le aziende di trattamento dell’acqua saranno obbligate ad eliminare i micro-inquinanti presenti nelle acque reflue, e il biochar potrebbe essere un’alternativa anche 10 volte più sostenibile rispetto al carbone attivo tradizionale.
  • Il Biochar può essere usato come ingrediente sostenibile in coloranti ed inchiostri e in vari materiali compositi.

 

Il numero di possibili applicazioni future del biochar aumenterà man mano che le sue caratteristiche verranno ulteriormente studiate e valorizzate. Ad esempio, sfruttando la proprietà per cui la dimensione dei pori di questo materiale varia a seconda della materia di origine e della temperatura di processo, sarà possibile produrre biochar per applicazioni specifiche, con prezzi proporzionati al valore aggiunto creato nei prodotti finali.

 
Image credits: Gemini con parziale rielaborazione dell’autore

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